L’ittiologo, in occasione della spremitura, ci spiega l’andamento della stagione
Durante la spremitura dei temoli, sotto l’abbondante acquazzone degli scorsi giorni, con tutta la squadra UPS all’opera, c’è stata anche l’occasione per sentire le impressioni del dott.Gibertoni riguardo l’attuale situazione.
La riproduzione dei temoli, come anche per gli altri salmonidi, dipende sempre dalle condizioni ambientali nelle quali si ritrovano a vivere. Considerando gli innegabili cambiamenti climatici in corso: ovvero estati molto lunghe, autunni inesistenti, inverni anomali che faticano a generare acque fredde, e magari (è già successo) il tutto interrotto da aggressive bombe d’acqua improvvise, è innegabile che le cose siano cambiate.
Il contesto ambientale non fa altro che generare turbative agli andamenti fisiologici dei pesci che si preparano alla riproduzione. E il discorso vale indistintamente che siano trote o temoli.
I temoli però, a differenza delle trote che fregano a fine autunno-inizio inverno, fregano a fine inverno – inizio primavera. Solitamente in un periodo dove, dopo un inverno di fiumi con livelli bassi e freddi, e prima dei disgeli primaverili causati da temporali e scioglimenti, i fiumi si trovano in una condizione di portata media. Questo porta ad avere le acque che dovrebbero essere limpide e idonee alla deposizione delle uova. Nel corso degli ultimi anni in particolare, gli animali cercano costantemente di adattarsi per cambiare i loro comportamenti in funzione di queste esigenze.
Febbraio è stato un mese particolarmente caldo, come possiamo affermare che anche gennaio non ha registrato un freddo degno di nota: non ci sono state grandi nevicate, e i giorni di bel tempo consecutivi sono stati tanti, forse troppi. Questo ha generato, per quanto riguarda i temoli, un piccolo anticipo sulla stagione riproduttiva, sia per quelli che UPS ha in cattività, sia per quelli selvaggi presenti nei fiumi.
A scanso di equivoci, non si sta parlando di un grosso problema: quando si verificano queste situazioni, l’importante è che gli animali siano tra loro sincronizzati, cioè che i maschi siano pronti e le femmine abbiano le uova mature nel medesimo momento. In caso contrario si rischierebbe di avere situazioni paradossali dove le femmine depongono e i maschi fanno fatica a fecondare.
“E’ un paradosso che purtroppo però negli ultimi anni abbiamo osservato realizzarsi sia sulle Marmorate che sulle Mediterranee, in varie parti d’Italia, dove c’è una sorta di mancato sincronismo con grandi problemi poi al successo riproduttivo“ sottolinea Gibertoni
Per quanto riguarda le acque di UPS, fortunatamente a marzo ha ricominciato a piovere, neve e freddo hanno ripreso le tempistiche, e gli animali si sono quasi rimessi in pari. Quasi perché ad oggi si osservano una decina di giorni di anticipo sulle freghe naturali e anche sulla riproduzione artificiale. Per quanto riguarda quest’ultima, lo stabilimento al centro ittico di Faedo vedrà probabilmente una produzione appena al di sotto del milione di uova lorde, che tradotte in uova embrionate si possono dichiarare sulle 750.000 unità, stimando una probabile produttività effettiva di circa 500.000 individui.
Per quanto riguarda poi la successiva immissione, c’è da sottolineare che grazie a tutta una serie di studi, osservazioni e sperimentazioni che si sono fatte negli anni passati, cercando quale potesse essere la taglia migliore per le acque valtellinesi, al netto degli svasi, delle bombe d’acqua, del limo glaciale, dello sfasciume glaciale dei ghiacciai (soprattutto del Ghiacciaio dei Forni), UPS guidata da Gibertoni ha realizzato che il miglior compromesso per il temolo è l’animale di circa un anno di vita.
Questa cosa suona dissonante rispetto per i concetti di rusticità, perché più un animale sta in cattività, più si addomestica e più perde la sua rusticità naturale, cioè la capacità di adattarsi all’ambiente, di combattere per un rifugio, di risalire, di scendere, trovare zone idonee per la fase trofica e ovviamente anche per poi competere e combattere per la riproduzione e per il proprio territorio. In parallelo, si è ovviato a questa perdita di rusticità tenendo i temoli in condizioni simil-naturali, quindi sostanzialmente le attività che si svolgono all’interno del centro sono limitate ad ospitare riproduttori figli di selvatico. Selvatico che svolge la prima riproduzione e poi viene riformato. Questo consente un rapido ricambio del parco riproduttori, evitando così il formarsi di linee domestiche.
A proposito di sbalzi termici che possono avvenire durante la frega, il dott.Gibertoni approfondisce:
“Tutti gli animali cercano di compensare il meglio che possono alle escursioni termiche e ai cambiamenti climatici. Ed è indubbio che alcune specie ci riescano meglio di altre. Gli animali rispondono in natura a dei parametri per quanto riguarda la riproduzione. In primis la temperatura dell’acqua che fa maturare di gradi giorno le uova (sia quando sono dentro la pancia della femmina sia quando sono state deposte e comincia lo sviluppo dell’embrione). Per capirci, una temperatura media di 8 gradi fa maturare 8 gradi giorno, ogni giorno, le uova. Quindi per una trota, per arrivare ai 415-430 gradi giorno, o un temolo a 170-180 e alcune volte anche 200 gradi giorno, non si fa altro che dividere il totale per la media delle temperature, ottenendo così i giorni di incubazione fino alla schiusa per le varie specie. C’è da precisare che normalmente una specie nel momento in cui trova lo stimolo per riprodursi, lo fa. Tutta la produzione naturale – ma anche quella in vasca, si distribuisce – come produttività – come una curva gaussiana. Cosa significa questo? All’inizio della stagione riproduttiva avremo pochi animali pronti, nella fase centrale un numero maggiore, e alla fine della stagione uno sciame finale che va a calare. Possono insorgere però delle interruzioni generate da momenti fisici e chimici delle acque non idonei. La non idoneità delle acque può allungare i tempi, può generare situazioni di non sincronismo, ma nell’insieme i salmonidi hanno messo a punto la logica dei grandi numeri. Il fatto che in una popolazione ci siano tante femmine mature con parecchie uova disponibili, e solo alcune andranno a buon fine, garantiscono già così le progenie future. Nell’insieme delle cose, non serve che tutte le femmine abbiano successo, l’importante è che ce ne sia qualcuna qua, qualcuna là. Per la legge dei grandi numeri. “
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