Abbiamo incontrato il neo CT della Nazionale Italiana di Pesca a Mosca, prossima ai Campionati Europei che si svolgeranno nelle acque della Provincia di Sondrio gestite da UPS

Prima di tutto: Edy, Edi, Edgaro, Dedonà, Donà, ci dici all’anagrafe come risulti e come vorresti che ti chiamassimo? Quante aperture di stagione fatte?

Si è un problema eheh,  comunque Edy per gli amici ed Edgardo Donà per tutti. Ho 60 anni, pesco dall’84 a mosca, le prime gare nel 1988, e il primo mondiale a cui ho partecipato è stato quello del 94. Quindi sono tanti anni.

Complimenti per il nuovo incarico, non è la prima volta che orbiti intorno a queste competizioni, te lo aspettavi?

No, ad essere sincero non me lo aspettavo. Sono stato anche CT della squadra Master, l’ho fatto per due anni e mezzo perché poi in uno ho sostituito il vero CT che non c’era. Sono molto felice per la nomina, me l’hanno chiesto e io ho accettato molto volentieri perché adesso con i senior (non che il master sia meno importante ma il Senior è un di più), sarà un po’ più complicato per numero di nazioni. Perché fondamentalmente arrivano veramente da tutte le parti del mondo. Quest’anno in Repubblica Ceca saranno 32 squadre, quindi l’impegno è anche superiore.

Sia come atleta che come ct master quanti titoli hai già ottenuto?

Vinto? Io ho 23 medaglie internazionali, ho vinto tre master a squadre, abbiamo vinto appunto la medaglia d’oro, una individuale master e per le altre 18 ho fatto due volte secondo ai campionati d’Europa senior, ho fatto un terzo e poi un po di medaglie secondo terzo nei senior dal 94. Il mio primo mondiale è stato nel 94 con un secondo posto di squadra, e direi che è stato un ottimo inizio.

Edy per gli amici, Edgardo per tutti gli altri

Ultimamente siete in provincia con il Club Azzurro, ti va di spiegarci brevemente per chi non fosse del mestiere cosa significa?

Il Club Azzurro è la selezione che arriva dai Campionati Italiani e dal Club Azzurro dell’anno precedente. Sono 20 componenti, una parte già in nazionale – 8 atleti – dall’anno precedente, ai quali si sommano: il campione italiano in lago, il campione italiano fiume, il primo, il secondo e il terzo in fiume; e poi gli altri a seguire dalla classifica del campionato italiano. Questo campionato (il Club Azzurro) serve per formare la nazionale dell’anno successivo. I primi 12 classificati del club azzurro,  dopo la fine del campionato, sono i papabili per la nazionale dell’anno prossimo. Il primo, il secondo e il terzo sono di diritto in squadra, poi ne posso selezionare altri 5: è una mia scelta tecnica. Posso anche scegliere due nazionali che magari sono usciti dal club azzurro, dal 13esimo al 20esimo, ne posso scegliere due a mia descrizione, però che facciano parte della nazionale dell’anno precedente.
Ad esempio chi magari ha avuto una stagione meno brillante, ma ha della valenze. Come ad esempio per il Combi che ha fatto il tredicesimo posto, ma abita in Valtellina, e di conseguenza l’ho ripescato come nazionale per quest’anno.  E’ local, e il local è sempre un valore aggiunto, che non va mai trascurato.

Tu la Provincia di Sondrio la frequenti da tempo, che legami hai con il territorio?

Ho un grande legame perché ci vengo da circa 25 anni, forse anche di più, oramai ho perso il conto. Reputo che in Italia siano tra le acque migliori in assoluto, nelle quali puoi praticare qualsiasi tecnica, ti puoi allenare su acque completamente diverse, vedi Morbegno che è fiume, poi si sale e anche l’Adda diventa torrente. Ci sono tutti i laterali, c’è il Mera che è un altro tipo di acqua, di conseguenza in una valle puoi veramente fare qualsiasi cosa.

E a proposito dei vari tipi di acque, che cambiamenti hai notato in questi 25 anni di frequentazione, dalle prime volte ad oggi? Considerando che un pescatore, un moschista in questo caso, è un rilevatore, un ricettore ambientale, e ha a che fare con l’ecosistema in maniera molto stretta.

Sicuramente qualcosa è cambiato. In passato, 15 o forse anche 20 anni fa, ricordo le freghe di centinaia di temoli, erano delle nuvole di temoli che fregavano. Me lo ricordo benissimo, ce l’ho ancora negli occhi. Ultimamente non mi è più successo di vedere una situazione del genere, i temoli sono comunque notevolmente diminuiti rispetto al passato, ma ciò nonostante – e lo ripeto – sono acque fortunate. E’ una valle fortunata, con una gestione oculata, fatta bene, che non è facile trovare in giro per l’Italia. E’ un bell’impegno sostenere un regime di questo tipo qua. E’ da riconoscere che un lavoro che viene svolto da professionisti ma anche da appassionati, da gente che ci tiene alla valle, ai fiumi e alle acque.

Parte della squadra prossima ai campionati Mondiali e poi Europei

Dove hai trovato i migliori campi gara nel corso degli anni e delle tue esperienze?
La tua “Top 3” di quello che hai pescato!

Con le gare io ho girato praticamente mezzo mondo tra Stati Uniti, Australia, Tasmania e l’Europa tutta. L’Europa l’ho girata forse per le gare due o tre volte.
In Italia a mio giudizio uno dei migliori campi gara – infatti ci veniamo tutti gli anni – è Morbegno: è un posto difficile, devi saper pescare. Lo stesso campo gara che ci sarà agli europei. Morbegno inteso come Paniga, è un campo gara che ha sempre dato degli ottimi risultati. L’Adda, soprattutto nella parte bassa dove è fiume, c’è da dire che devi saper pescare. Non è proprio così facile.

Mi sorprende che anche Della Mariana alla stessa domanda ha risposto alla stessa maniera.

Esatto perché se sbagli soprattutto in quel campo gara, non hai salvezza. L’ho visto perché a Paniga abbiamo svolto veramente tante gare, io ho vinto un italiano, ho fatto un secondo, ho fatto un terzo in tre anni terzo secondo primo. Man mano ho imparato cosa dovevo fare, quindi veramente un campo gara che ti insegna a pescare. Mentre l’estero uno dei ricordi più belli che ho è quello del Wyoming, si pescava dalla barca a scendere: ti davano 4-5 km di fiume e dovevi anche valutare come gestire le tre ore. Mentre per quanto riguarda i laghi, perché parecchi mondiali sono stati fatti in laghi, il più bello è stato in Tasmania, con pesci veramente incredibili, il pesce più piccolo misurava 50 cm.

Quindi top 3 mettiamo Paniga, il Wyoming, i laghi della Tasmania. E’ un bel triangolo non proprio vicino. Sul discorso tecnico, invece, c’è stata evoluzione dopo tutti questi anni? Hai notato e/o percepito un’evoluzione in ambito gare o bene o male lo standard è rimasto lo stesso?

L’evoluzione è stata grandissima. Prima di tutto perchè quando ho iniziato con le competizioni, le gare si svolgevano su semina (pesce immesso). La ninfa più piccola che si usava, era su amo #10. Raramente, molto raramente si usavano ninfe su amo #12. Tutte montate su ami con ardiglione. Si pescava con filo dello 0.16/0.18. La ninfa più “normale” che si usava era su amo #8.
Per farti capire i tempi, quando ho iniziato io non esisteva neanche il tungsteno per appesantire le ninfe, si usava del gran piombo per andare in profondità . Non c’era internet, quindi ai tempi dovevi lavorare per forza da solo, su te stesso. Sperimentare sul tuo tempo, sulla tua pelle. Si usavano canne da pesca da dieci piedi per coda 7. Adesso si usano canne 10-11 piedi con code che vanno dallo 0 alla 3 e finali dello 0.10/0.12. Questo perchè si pesca solo su pesce naturale. E per farti capire, la ninfa più grande che uso io – raramente, è su amo #14.
Al 90% in gara uso mosche da #16-18. C’è stata evoluzione sulle canne, sulle code, sui terminali. In buona parte per esigenza, in parte anche per far fronte al regolamento che è cambiato nel corso del tempo.
In Italia ci si è adeguati al regolamento internazionale, questo per evitare di arrivare sprovveduti agli appuntamenti internazionali con abitudini a regole diverse.
Anche il regolamento internazionale è cambiato negli anni, e ha avuto la sua evoluzione in funzione dei cambiamenti avvenuti nel tempo.

Con i ragazzi a Sondalo

Tornando al tuo ruolo, e considerando che la pesca è una attività prettamente individuale, come si può gestire, allenare e migliorare un team?
Considerando, tra l’altro, anche che si parla di atleti già di altissimo livello.
Si può tirare ancora fuori qualcosa da questi atleti o si tratta di incastrare degli elementi nel miglior modo possibile?

Io, come ho già fatto con la nazionale master, sto cercando di creare un gruppo.
Voglio una nazionale composta da 8 elementi: di questi, 6 faranno il mondiale e 6 faranno l’europeo. Quindi 4 atleti faranno entrambi i campionati, e altri 2 faranno o il mondiale o l’europeo. Il gruppo deve essere unito, affiatato e deve collaborare. Dopo tutto questo, arriva la tecnica. Si presume che siano tutti pescatori di alto livello, magari come quest’anno qualcuno di nuovo con meno esperienza rispetto ad altri ma semplicemente perché sono al primo anno di convocazione in nazionale. Però devono lavorare tutti, collaborare tutti e soprattutto c’è da imparare da tutti.
Di conseguenza tutti devono mettere a disposizione degli altri il proprio bagaglio tecnico, le proprie mosche e le esperienze maturate nei vari mondiali ed europei precedenti, senza tralasciare le esperienze fatte su campi gara in generale.

Invece riguardo a te, che potremmo definire pescatore a 360ˆ tra il lago (tipo irlandese ma anche laghi nostrani), i salmoni, la mosca ninfa-secca-sommersa, e tutte le tipologie di pesca che puoi aver fatto e/o provato, pensi possa tornare utile nel contesto di gare a mosca o è irrilevante?

Ovviamente fa differenza, anche perchè “paese che vai usanze che trovi”. I laghi e la relativa pesca che puoi fare in Irlanda, in Italia non la puoi fare. Pescare in Repubblica Ceca, più che in Slovacchia o in Polonia i temoli che hanno li , è una tecnica diversa da quella che si usa per pescare i temoli in Adda, ad esempio.
Viene da se che ogni paese dove ho avuto la possibilità di pescare mi abbia dato qualcosa. Nozioni che spero di riuscire a trasmettere ai miei atleti.

Sulla base della tua esperienza, vedendo i campi gara scelti per l’Europeo nelle acque di UPS, partendo da Sondalo e scendendo verso valle, risalendo la Valmalenco per poi passare alla Val Chiavenna, quali saranno i punti cruciali sui quali concentrarsi a livello di interpretazione del corso d’acqua, in funzione anche del fatto che il tutto si svolgerà a ottobre?

C’è da dire che Ottobre non penso sia il periodo migliore per organizzare una gara in Valtellina/Valchiavenna, però le decisioni sulle date in funzione del calendario internazionale (Mondiali vari) sono state obbligate.
L’europeo è stato proposto a dicembre e deciso poi a febbraio. Essendoci il mondiale master a fine settembre, è stato obbligatorio attendere 2 settimane tra un evento e l’altro.
La parte cruciale secondo me sarà indubbiamente Paniga, l’Adda basso.
Sarà l’ago della bilancia. A Sondalo l’Adda è un torrente, e la pesca in torrente è abbastanza “più semplice”, ci sono massi, correnti, l’acqua è leggibile e interpretabile. Se il pesce è in attività, lo prendi.
Stesso discorso per il Mallero: torrente di montagna, massi e correnti, non vedo una grande difficoltà interpretativa. Per il tratto scelto di Mera, torrentizio, idem come sopra, è interpretabile da parte di tutti.

Per quanto riguarda il Lago Palù, posso dire poco perché non lo conosco granché. Ma il lago, in quanto tale, è sempre un bel punto di domanda. Inoltre trattandosi di Ottobre, speriamo di non doverlo affrontare con le ciaspole (ridendoci su n.d.r.). Battute a parte, sarà un bel punto di domanda, l’altro ago della bilancia di questo campionato. Noi ci lavoreremo a Settembre per capire il più possibile. Questa è la mia prima valutazione in vista del campionato, ma resto comunque fiducioso.

Quindi un pronostico si può azzardare?

Non faccio pronostici, ma resto fiducioso!

Volevamo domandarti come sarà composto il team ufficiale, ma le convocazioni ufficiali forse non le hai ancora fatte?

No, non le ho ancora fatte. Le ho fatte per il Mondiale, ma per l’Europeo voglio aspettare che si completi il Club Azzurro, dal momento che si svolgerà nelle acque in gestione a UPS, praticamente su tutti i campi gara dell’Europeo. Ho una mia idea, 8 atleti li avrei già scelti, ma devo attendere il Club Azzurro come check per poi stilare la rosa definitiva dei convocati. Come detto, i 4 atleti che faranno sia Mondiale che Europeo li ho già scelti, adesso si tratterà di scegliere gli altri 4 che parteciperanno al team dell’Europeo.

Ottimo, restiamo allora in attesa della convocazione ufficiale.
Grazie per il tuo tempo e la tua disponibilità!

Grazie a voi